Per anni, l’idea che la nostra realtà potesse essere una complessa simulazione al computer ha affascinato sia gli scienziati che il pubblico. Ora, un nuovo studio offre prove matematiche convincenti contro questa nozione, affermando che l’universo opera su principi che vanno oltre la portata di qualsiasi algoritmo. Un team di fisici provenienti da Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Italia ha sviluppato un quadro che sfida l’“ipotesi di simulazione”, dimostrando l’esistenza di verità fondamentali che non possono essere catturate solo attraverso il calcolo.
L’ipotesi della simulazione e le realtà ricorsive
L’ipotesi della simulazione propone che il nostro universo potrebbe essere una simulazione sofisticata gestita da una civiltà più avanzata. Questo concetto si estende alla possibilità di simulazioni annidate – una simulazione all’interno di una simulazione e così via. Sebbene un tempo fosse considerata puramente speculativa, l’idea prese piede man mano che la potenza di calcolo aumentò rapidamente e la possibilità di creare mondi virtuali altamente realistici divenne più tangibile.
Da Newton alla gravità quantistica: un cambiamento nella comprensione
L’argomentazione dei ricercatori dipende da un profondo cambiamento nel modo in cui comprendiamo la natura della realtà. La fisica tradizionale, esemplificata dalle leggi di Isaac Newton, descriveva l’universo come composto da “cose” tangibili che interagiscono nello spazio. La teoria della relatività di Einstein ha modificato radicalmente questo quadro, seguito dalla trasformazione ancora più radicale fornita dalla meccanica quantistica. Oggi, la fisica più avanzata propone che lo spazio e il tempo in sé non siano fondamentali: emergono da qualcosa di più fondamentale: pura informazione.
Queste informazioni risiedono in quello che i fisici chiamano il “regno platonico” – una struttura matematica fondamentale considerata più reale dell’universo fisico di cui facciamo esperienza. Spazio e tempo, insieme a tutto ciò che contengono, nascono da questo fondamento matematico sottostante.
I limiti del calcolo: teorema di Gödel e indecidibilità
Il nocciolo dello studio sta nel dimostrare che anche questa base basata sull’informazione non può descrivere completamente la realtà utilizzando solo il calcolo. I ricercatori hanno sfruttato potenti teoremi matematici, in particolare il teorema di incompletezza di Gödel, per dimostrare che una descrizione veramente completa e coerente di tutto richiede ciò che chiamano “comprensione non algoritmica”.
Pensatela in questo modo: un computer, non importa quanto avanzato, funziona seguendo istruzioni predefinite: algoritmi. Ma alcune verità trascendono questi processi graduali. Richiedono una comprensione intuitiva e non algoritmica che non deriva da alcuna sequenza logica.
Il teorema di Gödel evidenzia questa limitazione. Consideriamo l’affermazione: “Questa affermazione non è dimostrabile”. Se fosse dimostrabile, diventerebbe immediatamente falso, creando una contraddizione logica. Al contrario, se non è dimostrabile, allora è vero, ma ciò rende qualsiasi sistema che tenti di dimostrarlo intrinsecamente incompleto. In ogni caso, il calcolo puro fallisce.
Perché l’Universo non può essere simulato
I ricercatori concludono che, poiché il livello fondamentale della realtà è radicato in questa comprensione non algoritmica, l’universo non può essere una simulazione. Qualsiasi simulazione, per sua stessa natura, è intrinsecamente algoritmica e si basa su regole programmate. Poiché le fondamenta sottostanti della realtà vanno oltre i processi algoritmici, simularla è impossibile.
Implicazioni più profonde per la teoria del tutto
Le implicazioni dello studio vanno ben oltre la semplice confutazione dell’ipotesi della simulazione. Secondo i ricercatori, ciò suggerisce che le leggi fondamentali della fisica non sono contenute nello spazio e nel tempo, ma li generano. La speranza di trovare un’unica teoria computabile del tutto – una teoria che possa descrivere tutti i fenomeni fisici attraverso il calcolo – è fondamentalmente sbagliata. Una descrizione veramente completa richiede una forma di comprensione più profonda, una “comprensione non algoritmica”, che trascende le limitazioni del calcolo.
Come osserva il ricercatore della Origin Project Foundation, il dottor Lawrence M. Krauss, “Qualsiasi simulazione è intrinsecamente algoritmica… ma poiché il livello fondamentale della realtà è basato sulla comprensione non algoritmica, l’Universo non può essere, e non potrebbe mai essere, una simulazione”.
I risultati del team, pubblicati nel numero di giugno 2025 del Journal of Holography Applications in Physics, rappresentano un passo significativo nella nostra comprensione della natura della realtà, suggerendo un universo fondamentalmente al di fuori della portata dei modelli computazionali. Sfida la ricerca di una “teoria del tutto” puramente algoritmica e punta verso una comprensione più profonda e non algoritmica come chiave per svelare i segreti ultimi dell’universo.








































